Neuroriabilitazione e neuroplasticità
La neuroriabilitazione riguarda il trattamento di pazienti con patologie a carico del sistema nervoso centrale (SNC) o periferico.
Nelle lesioni o nelle patologie a carico del SNC la neuroriabilitazione mira principalmente a stimolare e guidare la neuroplasticità.
La neuroplasticità è la capacità intrinseca del SNC di variare e adattare la propria organizzazione funzionale, modificando le proprietà di singoli neuroni o di aggregati neuronali, per rispondere alle continue esigenze dettate dai fattori ambientali, ma anche eventualmente alla necessità di far fronte a danni a carico del SNC stesso. Ciascuno di noi è sottoposto in ogni momento della propria vita a stimoli che provengono dall’ambiente esterno (ma anche a stimoli dell’ambiente interno) e il nostro cervello si modifica in continuazione per tutta la durata della nostra vita proprio in risposta a questi stimoli.
Nel caso dell’ictus intervengono fenomeni di plasticità massicci, stimolati potentemente proprio dal danno acuto che il parenchima cerebrale ha subito.
Questi fenomeni portano ad una riorganizzazione corticale, che avviene attingendo ad una molteplicità di risorse diverse: il reclutamento di nuove aree corticali che vengono coinvolte per svolgere le funzioni delle aree danneggiate; la formazione di circuiti alternativi che portano a nuove connessioni tra la corteccia perilesionale e le diverse aree della corteccia cerebrale; lo Sprouting assonale a lunga distanza, che crea nuovi collegamenti tra aree corticali funzionalmente diverse; la neurogenesi con migrazione di cellule staminali provenienti dalle aree periventricolari verso il parenchima peri-infartuale (la proliferazione di queste cellule nelle aree periventricolari è stimolata dall’ eritropoietina).
Il recupero funzionale, dopo un danno al SNC, dipende da come il nostro SNC “si riorganizzerà” dopo il danno e questa riorganizzazione post-lesionale è fortemente influenzata dagli stimoli cui il paziente è sottoposto. Risulta pertanto fondamentale, per sfruttare al meglio le possibilità di recupero del paziente, che il riabilitatore sappia selezionare quegli stimoli che possono indurre un tipo di riorganizzazione funzionalmente vantaggiosa ed inibire quelli che possono invece avere un’influenza negativa. Noi riabilitatori ci avvaliamo di metodiche che sono state ideate e sviluppate su questi principi, e ciascuna di esse sfrutta l’influenza di diverse tipologie di stimoli in modo tale da far emergere al meglio le diverse possibilità di recupero funzionale di ciascun paziente.